Una nuova vita per Zola, la tartaruga marina che ha perso una pinna a causa di una rete abbandonata
3 Novembre 2025

La tartaruga marina Zola
Arbus
Trovata in fin di vita dal cane che le ha dato il nome, è stata curata al Centro di Recupero del Sinis (CReS) di Cabras
Trovata in fin di vita sette mesi fa, intrappolata in un groviglio di vecchie reti da pesca, la tartaruga marina Zola è tornata in libertà, ritrovando la via del mare nelle acque cristalline di Tunaria – Porto Palma. Deve il suo nome a un soccorritore molto speciale: il cane di una coppia, diventato anche per lei un amico a quattro zampe.
A rimetterla in sesto in questi lunghi mesi gli operatori del Centro di Recupero del Sinis (CReS) di Cabras, che hanno liberato la Caretta caretta con la collaborazione dell’associazione “Porto Palma” sabato scorso.
“Per arrivare a questo momento” spiega Andrea Camedda, responsabile scientifico del CReS, “ci sono voluti sette mesi difficili, iniziati il 30 marzo scorso sulla spiaggia di Piscinas, quando due privati cittadini si imbatterono in quello che all’inizio sembrò un ammasso di cordame abbandonato. È stato il cane della coppia, Zola, a intuire che tra le maglie c’era una tartaruga ancora viva, completamente avvolta in vecchie reti da pesca, che le avevano quasi amputato una pinna”.

I due soccorritori non avevano perso tempo: hanno allertato la Capitaneria di porto che li mise in contatto con il Corpo Forestale. C’era un problema, però: il parcheggio più vicino distava quattro chilometri lungo la spiaggia.
La soluzione arrivò dall’improvvisazione: come raccontato dagli operatori del CReS, i due hanno usato il coperchio di un vecchio frigorifero da campeggio come barella improvvisata e trasportarono l’animale per l’intera distanza. Una volta raggiunto il parcheggio, gli uomini della Forestale hanno tagliato subito le reti che stavano strangolando la pinna sinistra. Ma era già tardi: la circolazione era compromessa.

La tartaruga, affidata ai biologi del CReS, è stata trasportata d’urgenza alla clinica veterinaria Duemari. Qui l’intervento inevitabile: l’amputazione della pinna sinistra, ormai irrecuperabile. Due giorni dopo, il trasferimento al Centro di Recupero di Cabras e l’inizio di una lunga riabilitazione.
“Nelle vasche del CReS”, prosegue Camedda “la tartaruga, chiamata Zola dal nome del suo soccorritore a quattro zampe, ha dovuto reimparare a nuotare con una sola pinna anteriore, una sfida di non poco conto”.
Settimana dopo settimana Zola ha recuperato equilibrio e forza, fino ad oggi che è stata dichiarata pronta per il rilascio. A liberarla, insieme al CReS, c’era anche Matteo Meloni, uno dei due soccorritori di Piscinas.

Non è la prima volta che le acque di Porto Palma ospitano la liberazione di una tartaruga: a luglio era toccato a Lady Gaga, un’altra Caretta caretta salvata e riabilitata. “La collaborazione con i ricercatori del CReS è per noi motivo di grande orgoglio”, ha sottolineato Alessandro Tuveri, presidente dell’associazione “Porto Palma”, “si è instaurato un rapporto eccezionale, fatto di stima reciproca e obiettivi comuni. Ogni liberazione è per noi motivo di gioia: significa contribuire concretamente alla salvaguardia della fauna di questo mare che tanto amiamo e tuteliamo”.
La storia di Zola riporta l’attenzione su un problema grave: i rifiuti provenienti dal mondo della pesca, che continuano a uccidere ogni anno migliaia di animali marini. “Questa vicenda”, riflette Paolo Salis, sindaco di Arbus, “dimostra anche che quando la catena dei soccorsi funziona, dalla prontezza dei cittadini alla professionalità dei centri specializzati, si possono salvare vite. Anche con un coperchio di un frigorifero portatile e quattro chilometri di spiaggia da attraversare”.
Lunedì, 3 novembre 2025