Crisi politica a Uras: “Seduta del Consiglio fantasma”. Esposto anche in Procura
29 Ottobre 2025
Alcuni cittadini sollevano dubbi sulla legittimità dell’amministrazione

Uras
Alcuni cittadini sollevano dubbi sulla legittimità dell’amministrazione
La crisi politica che da settimane scuote il Comune di Uras ha superato i confini della diatriba interna ed è arrivata negli uffici della Procura della Repubblica di Oristano. La situazione era già tesa dopo le dimissioni di sette consiglieri comunali – quattro della maggioranza e tre della minoranza – che hanno segnato un vero e proprio terremoto politico. Il caso è esploso ulteriormente con la segnalazione di presunte gravi irregolarità nella convocazione e nello svolgimento del Consiglio comunale dello scorso 14 ottobre. Una seduta che, secondo alcune cittadine, sarebbe stata viziata da irregolarità fin dall’inizio.
Lunedì 27 ottobre è arrivata la mossa più incisiva: una comunicazione dettagliata inviata all’Assessorato Enti Locali della Regione Sardegna, al Prefetto e, per conoscenza, alla Procura, che contesta la regolarità della seduta, in particolare della prima convocazione. Le firmatarie – Maria Laura Dessì (prima non eletta del gruppo Uniti e Forti), Maria Elena Caddeo (ex assessore comunale) e Maria Grazia Ibba – sollevano dubbi di legittimità sulla delibera n. 34, che in apertura dichiara la prima convocazione andata “deserta”.
“Ci chiediamo come possa essere dichiarato in delibera che la prima convocazione del consiglio comunale è andata deserta se chi di competenza non si è presentato in aula all’orario stabilito, non ha proceduto all’appello nominale e non ha redatto il verbale necessario”, scrivono le cittadine. Secondo le loro segnalazioni, erano presenti dalle 17:55 alle 18:30, ma il Segretario comunale non si sarebbe visto, compromettendo la regolarità della procedura necessaria per la seconda convocazione.
I dubbi sulla regolarità erano emersi già all’indomani del Consiglio. Il 15 ottobre le stesse cittadine avevano inviato una comunicazione preliminare al Prefetto e agli organi competenti, raccontando che recatesi nell’ufficio del Segretario alle 18:40 avevano ricevuto risposta che la verbalizzazione non era necessaria, poiché si sarebbe proceduto direttamente alla seconda convocazione alle 19. La nota evidenziava anche il problema del numero legale: in seconda convocazione erano presenti solo cinque consiglieri più il sindaco, mentre l’articolo 23 del regolamento richiede almeno sei componenti per la validità della seduta. Le cittadine avevano quindi chiesto che venissero tutelati i diritti dei cittadini, denunciando mancanza di chiarezza e trasparenza.
Già il 13 ottobre, con la crisi aperta dalle dimissioni, un gruppo allargato di cittadini – oltre a Dessì, Caddeo e Ibba, anche Fortunato Marcias, Pier Paolo Serra e Claudio Tuveri – aveva espresso forte preoccupazione per il “silenzio totale” degli organi comunali e per l’assenza di atti formali nell’Albo Pretorio, chiedendo chiarimenti sulle reali capacità dell’amministrazione di operare dopo la fuga dei consiglieri.
La crisi era esplosa il 30 settembre con le dimissioni dei sette consiglieri: dalla maggioranza Luca Schirru, Paolo Porru, Rita Piras e Alberto Cera, e dalla minoranza Anna Maria Dore, Antonio Melis e Salvatore Tuveri. Proprio quest’ultimo, nelle sue dimissioni, non aveva avanzato solo motivazioni politiche, ma anche ragioni “di altra natura”, e per questo era stato sostituito dal sindaco Samuele Fenu con Emanuela Urracci.
Con la vicenda ora approdata in Procura, la comunità attende di capire se l’amministrazione sia formalmente in grado di rappresentarla e se le delibere approvate nelle ultime settimane siano valide.
Mercoledì, 29 ottobre 2025