A ottobre parte la raccolta delle olive anche a Oristano. Lo scorso anno produzione in calo nell’isola
2 Ottobre 2025
Nel 2024 in provincia 1.313 tonnellate di olio, ma in Sardegna è stata registrata una diminuzione, specie nel Sassarese e nel Nuorese

Oristano
Nel 2024 in provincia 1.313 tonnellate di olio, ma in Sardegna è stata registrata una diminuzione, specie nel Sassarese e nel Nuorese
In Sardegna partirà intorno al 10 ottobre la raccolta delle olive, con cultivar precoci come la Tonda di Cagliari, per poi proseguire più avanti con la Bosana e la Semidana. Lo scorso anno la produzione olivicola è stata complessivamente in calo rispetto al 2023 e anche nel 2025 potrebbe esserci una lieve riduzione, come spiegato dal tecnologo alimentare ed esperto di analisi sensoriale dell’olio Pier Paolo Arca.
Nell’isola gli uliveti coprono una superficie di circa 40.000 ettari, di cui circa 5.800 nella sola provincia di Oristano. Tanti, però, sono gli uliveti oggi in abbandono.
Secondo i dati raccolti dal Sistema Informativo Agricolo Nazionale, nel 2024 in Sardegna la produzione di olive è stata di 32.272 tonnellate, con 4.160 tonnellate di olio, per una resa media del 12.89%. La produzione è stata buona tra Oristano, Sinis, Terralbese, Montiferru, Planargia e Guilcier, con 1.313 tonnellate di olio.
Nel nord dell’isola la produzione di olio è stata di appena 873 tonnellate, in forte calo rispetto alla media. Tra Oliena, Nuoro, Bolotana, Orosei, Dorgali e Siniscola, in annata di scarica, la produzione di olio è stata di 182 tonnellate. Bene, invece, la Sardegna meridionale, dove sono state prodotte 1.792 tonnellate di olio, dopo la scarsa raccolta dell’anno precedente.
“In alcune zone della nostra provincia dove l’anno scorso la produzione ha faticato un po’, come Marrubiu, quest’anno dovrebbe andare meglio”, ha analizzato l’esperto Pier Paolo Arca. “Nel Montiferru non mi aspetto numeri eccezionali e in Marmilla sarà a macchia di leopardo. Senza un intervento correttivo da parte degli olivicoltori le piante tendono ad andare in carica-scarica. In passato, all’anno di carica seguiva uno di carica, ora invece capita che dopo una buona stagione ne arrivino due negative. Questo accade specialmente quando gli olivi subiscono stress profondi. In alcuni casi, per esempio, ci sono errori nella potatura. Non tutte le varietà, infatti, sopportano lo stesso tipo di taglio”.
“Col cambiamento climatico”, ha aggiunto il tecnologo alimentare, “dobbiamo capire che bisogna cercare di attenuare i danni con pratiche agronomiche sostenibili per le produzioni, ad esempio con l’irrigazione e l’uso di biostimolanti e corroboranti”.
Tra i grandi nemici dell’olivicoltura c’è la mosca olearia. “Nelle zone vicine al mare e agli stagni”, ha spiegato Arca, “la sera c’è una mitigazione delle temperature, quindi la mosca crea maggiori grattacapi. Bisogna stare a tenti ai bollettini che Laore manda ai produttori e predisporre per tempo i dovuti interventi a salvaguardia delle produzioni. Non si può avere qualità se le olive non sono sane e integre”.
Arca è anche presidente della giuria del Concorso nazionale Montiferru che premia gli oli extravergini d’eccellenza. “Dal 6 all’8 ottobre prossimi”, ha detto, “saremo impegnati con le prove di assaggio per la sessione Shelf Life del Concorso, quella che valuta mantenimento e conservabilità nel tempo degli oli che hanno partecipato alla prima fase della selezione, lo scorso febbraio. Le premiazioni sono previste nei prossimi mesi”.
Giovedì, 2 ottobre 2025