Pazienti con pacemaker: dall’ospedale di San Gavino studio scientifico all’avanguardia
4 Dicembre 2025
Pubblicato il lavoro ideato dalla Cardiologia dell'ospedale diretta dal dottor Gianfranco Delogu

Foto della Asl del Medio Campidano
San Gavino Monreale
Pubblicato il lavoro ideato dalla Cardiologia dell’ospedale diretta dal dottor Gianfranco Delogu
Non più una radiografia post-procedura, ma un’ecografia toracica direttamente a letto. Arriva dal reparto di Cardiologia dell’ospedale di San Gavino Monreale il nuovo studio CRUSADERS che sancisce una svolta per i pazienti con pacemaker.
La nuova pratica punta a rendere più sicura e rapida la gestione dei pazienti. “Oggi pensiamo di aver mosso un piccolo passo verso il futuro della cardiostimolazione”, ha commentato il dottor Gianfranco Delogu, direttore dell’Unità operativa di Cardiologia dell’Ospedale di San Gavino Monreale, a pochi giorni dalla pubblicazione di un importante lavoro che segna un altro punto d’arrivo per il reparto da lui diretto.
“Ancora oggi i pazienti sottoposti a impianto di pacemakers e defibrillatori transvenosi devono effettuare, secondo le indicazioni delle Linee Guida Internazionali, a radiografia toracica post-procedura, eseguita nella struttura di Radiologia dopo 24-36 ore dall’impianto”, prosegue Delogu, “il lavoro appena pubblicato, che ci vede Centro promotore e ideatore, ha validato l’uso dell’ecografia toracica al letto del paziente come valida alternativa, sicura e specifica”.
Il lavoro, pubblicato a inizio dicembre presso la rivista European Journal of Clinical Investigation, ha attestato la validità di questa soluzione diagnostica. “La nostra idea è stata quella di utilizzare una metodica già ampiamente usata in Medicina d’Urgenza come l’ecografia toracica e applicarla ai pazienti sottoposti a impianto di pacemaker o defibrillatore, al fine di eliminare la radiografia toracica e favorire la diagnosi precoce delle principali complicanze legate alla procedura quale lo pneumotorace”, spiega il dottor Roberto Floris, autore dello studio. “Così facendo si elimina il rischio delle radiazioni ionizzanti, potendo effettuare l’esame in qualsiasi momento al letto del paziente, guadagnando non sono in praticità e risparmio di risorse ma anche in specificità diagnostica”.
Lo studio ha visto coinvolti, oltre la Cardiologia di San Gavino Monreale, anche alcuni importanti Centri come l’Università delle Marche e quella del Piemonte Orientale, con il reclutamento di 397 pazienti sottoposti a impianto di dispositivo e successivamente avviati sia a radiografia che a ecografia toracica post-chirurgica.
Il risultato è stato una non inferiorità della seconda metodica nel diagnosticare le principali complicanze non infettive dell’intervento, con una rapidità diagnostica e una specificità altissima se eseguita da operatori sanitari appositamente formati.
Il plauso arriva anche dalla Commissaria della ASL del Medio Campidano, la dottoressa Maria Francesca Ibba, che afferma “Questa pubblicazione in una rivista così prestigiosa rende orgogliosa la nostra Azienda e il nostro territorio, riconoscendo un impegno pluriennale finalizzato a offrire ai propri assistiti la migliore gestione possibile, anche con l’attenzione verso la ricerca clinica di alto livello. L’incremento del numero dei pazienti che si rivolgono ogni anno presso la nostra Azienda per essere sottoposti a questo genere di procedure è il segnale che il nostro impegno è riconosciuto anche dai pazienti”.
Giovedì, 4 dicembre 2025